Nuove tecnologie e patrimonio culturale

Al MiBACT a Roma, l’esperienza di ABACVM (Archivio beni e attività culturali valdesi e metodisti)


Un lavoro, quello realizzato per sviluppare il Sistema informativo ABACVM (Archivio beni e attività culturali valdesi e metodisti), che ha avuto origine dal protocollo tra il Ministero dei beni e delle attività culturali e del Turismo e la Tavola valdese firmato 4 anni fa. Con questo accenno alla nascita di un percorso, il Segretario Generale Arch. Carla Di Francesco ha aperto, portando i saluti del Ministro per la Cultura Dario Franceschini, il pomeriggio di studi tenutosi a Roma il 12 dicembre e ospitato presso gli spazi della Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte del Ministero.
Il seminario, dedicato al tema del patrimonio culturale e delle scelte tecnologiche per catalogarlo e comunicarlo in forma digitale sviluppate in ambito metodista e valdese, è stato coordinato e presieduto dall’Arch. Laura Moro, direttore dell’ICCD. Le relazioni si sono susseguite dando spazio ad aspetti di carattere generale legati alla concezione di patrimonio per poi arrivare a comprendere il rapporto con le nuove tecnologie e dare spazio all’esperienza di ABACVM.
“La collettività diventa comunità quando si riconosce nel patrimonio”: con questa citazione Daniele Jalla ha posto l’accento su una concezione di patrimonio che sta cambiando, che dall’ambito materiale sta passando a quello dell’immateriale. Portando l’attenzione sulle Valli valdesi ha parlato di “luogo dello Spirito e di un patrimonio”, quello metodista e valdese appunto, diversificato, fatto di beni materiali ma anche di riti e luoghi. Nel ricordare la Convenzione di Faro ha messo l’accento sul ruolo delle comunità nell’attribuire valore a quelli che lui stesso chiama oggetti patrimoniali: il tempio come luogo in cui viene svolto un rito, il culto; i banchi di chiesa come rappresentazione della comunità; il pulpito e la toga per la predicazione, l’innario per il canto.
Il prof. Giovanni Michetti, dell’università La Sapienza di Roma, ha raccolto le suggestioni dell’intervento precedente e del coordinatore, introducendo alcune parole chiave tra cui il termine integrazione. Parlare del patrimonio culturale considerandolo in una prospettiva unitaria significa, infatti, capire cosa si intende per integrazione, quali sono gli oggetti da integrare e a quale livello (macro, micro?); significa cioè porsi in una visione filosofica, comprendendo che le tecnologie, che sono anche la base dei sistemi informativi, non sono neutre. Il web semantico, incontro tra tecnologie per il web e Intelligenza artificiale, porta con se’ altri concetti e riflessioni: apertura dei dati, loro provenienza e autenticità, aggregazione così come le costruzioni socioculturali che ne stanno alla base, soprattutto quando si parla di patrimonio culturale.
L’evoluzione di quanto la Tavola valdese ha fatto rispetto all’uso delle tecnologie nell’ambito del suo patrimonio culturale viene raccontato da Sara Rivoira, Ufficio Beni Culturali, e da Stefano Frache, Dynamix Italia, che hanno descritto il sistema informativo ABACVM nelle sue due componenti fondamentali, fra cui il portale del patrimonio culturale metodista e valdese. Funzioni del sistema sono l’inventariazione, il catalogo e la comunicazione e valorizzazione on-line dei contenuti culturali. La navigazione in diretta ha fatto cogliere al pubblico le tante possibilità di ricerca all’interno del catalogo, le connessioni tra i dati nonché la facilità d’uso e la velocità di restituzione di alcuni elementi come le immagini.
Da un punto di vista strettamente tecnico l’accento è stato posto sul fatto che ABACVM non è semplicemente una Web Application, ma una Applicazione distribuita, strutturata in modo stratificato. Tale stratificazione rende ABACVM indipendente dal motore di persistenza adottato. Ciò permette all’utente di scegliere il tipo di tecnologia più adatta alle proprie esigenze: tradizionalmente vengono usate tecnologie RDBMS (database relazionali), ma ABACVM è stato sviluppato con approccio NOSQL, dunque può adottare un’ampia famiglia di tecnologie che sono state sviluppate per superare i problemi connessi al trattamento massivo di dati (big data) e alla scalabilità, problematiche per le quali i database relazionali semplicemente non sono stati progettati. In produzione è stata utilizzata una soluzione completamente Open-Source.
La chiusura dei lavori è stata affidata al Moderatore della Tavola valdese, il pastore Eugenio Bernardini, che ha messo l’accento, in qualità di “committente” del progetto ABACVM, sull’importanza di narrare il patrimonio metodista e valdese, così diversificato e legato alla propria comunità, attraverso progetti che facciano riconoscere i valori intrinseci al patrimonio stesso. L’obiettivo finale è non dimenticare che il patrimonio di una comunità, da trasmettere alle generazioni future, deve avere un “orizzonte di senso. Può essere modificato, trasformato ma senza mai dimenticare l’obiettivo. Dobbiamo mantenere e costruire il patrimonio di un Paese che ha bisogno di condivisione e integrazione”.

Press

15/10/2019
Fonte:
L'Eco delle Valli valdesi free press
04/06/2018
Fonte:
Ist. Sup. per la Conservazione ed il Restauro
04/06/2018
Fonte:
chiesavaldese.org
15/01/2018
Fonte:
Il mondo degli archivi
17/12/2017
Fonte:
chiesavaldese.org
17/12/2017
Fonte:
Riforma.it
01/06/2017
Fonte:
chiesavaldese.org
17/05/2017
Fonte:
Riforma.it
15/05/2017
Fonte:
Riforma.it
11/04/2016
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Riforma.it
11/04/2016
Fonte:
Chiesavaldese.org
07/04/2016
Fonte:
archiviodistatotorino.it
05/04/2016
Fonte:
iccd.beniculturali.it
05/04/2016
Fonte:
Chiesavaldese.org
25/03/2016
Fonte:
Metodisti.it
09/02/2016
Fonte:
Chiesavaldese.org
31/07/2015
Fonte:
Beniculturali.it