Tra i fondi che compongono il Censimento promosso dal Mibact anche quelli dell’Archivio fotografico valdese
Anche i fondi dell’Archivio fotografico valdese sono presenti nel Censimento delle raccolte e degli archivi fotografici in Italia, ambizioso progetto promosso dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del Turismo e aperto alla partecipazione di altri soggetti pubblici e privati che, con le proprie competenze e il proprio sostegno, contribuiscono a raggiungere l’obiettivo di censire in modo sistematico le raccolte e gli archivi fotografici d’Italia.
L’Archivio valdese ha dunque aderito all’iniziativa mettendo a disposizione le informazioni relative al proprio patrimonio che conta 50.000 fotografie, di cui 14.000 catalogate e presenti sul portale del Patrimonio culturale Metodista e Valdese, circa 100 fondi di proprietà della Tavola valdese, della Società di studi valdesi e della Fondazione Centro culturale valdese, oltre a quelli delle Chiese metodista e battista conservati a titolo di deposito, anch’essi annoverati all’interno del Censimento italiano.
I fondi della Società di studi valdesi sono collegati ad archivi cartacei relativi a famiglie e persone e contengono ritratti, documenti sulla vita quotidiana, nonché fondi con materiali di fotografi dilettanti di grande valore, tra cui dagherrotipi, lastre negative al collodio, stampe all'albumina, album e alcune importanti serie di stereoscopie su vetro corredate da visori.
I fondi del Centro Culturale Valdese comprendono immagini relative al paesaggio delle Valli valdesi, templi, istituti, eventi attinenti alla Chiesa valdese in Italia, in Sud America e negli Stati Uniti.
Tra i materiali dell’Archivio ci sono anche alcune rarità e materiali di pregio: da ricordare il dagherrotipo più antico che risale al 1847, così come la serie di stereoscopie di Henry Peyrot che comprende circa 7.800 lastre positive con relativi negativi; è presente, inoltre, una rara stampa su carta salata realizzata intorno al 1853 da Giuseppe Venanzio Sella, appassionato studioso di fotografia che, nel 1856, pubblicò il primo manuale italiano di arte fotografica.
Condividendo le notizie e i dati sui propri fondi, l’Archivio valdese ha contribuito, insieme agli altri enti che stanno aderendo al progetto, a dare concretezza all’idea da cui è nato il Censimento: creare una rete in cui sia possibile mettere in comune le informazioni sulla tipologia, sulla consistenza e sulle caratteristiche delle raccolte e degli archivi fotografici posseduti da diverse realtà sparse su tutto il territorio nazionale.
Tale conoscenza permetterà, nel corso del tempo, di individuare i nessi e le relazioni tra i vari fondi fotografici e gettare le basi per impostare le politiche per la tutela e la valorizzazione di questo settore del patrimonio culturale.
Da un punto di vista tecnico, la descrizione sintetica delle caratteristiche di ciascun archivio o raccolta, e dei singoli fondi fotografici che li compongono, è condotta utilizzando un tracciato normalizzato secondo gli standard nazionali; sarà possibile, attraverso il portale web dedicato, condividere, consultare e fare ricerche sulle raccolte fotografiche, accrescendo inoltre la visibilità dei singoli archivi, specie di quelli dotati di minori risorse proprie.
Primo partner del progetto è Camera – Centro italiano per la fotografia che, nel dicembre 2015, sottoscrisse con l’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione un protocollo d’intesa per l’avvio del Censimento. Nel 2016 aderì all’iniziativa anche la Direzione generale Arte e architettura contemporanee e periferie urbane con l’obiettivo di contribuire al Censimento per quanto riguarda le raccolte di fotografia contemporanea.
In Home Page e in copertina fotografia di Gabriella Peyrot