On line gli inventari degli archivi familiari della Società di Studi valdesi: approfondimenti e spunti per nuovi filoni di ricerca
Lo zar di Russia va a prendere il tè a casa del suo generale, la malaria fa strage tra le maestranze impegnate per la realizzazione del canale di Panama; il lavoro degli incisori di cammei romani e quello dei confettieri liquoristi svizzeri trapiantati ad Aosta; il re dello Zambia Lewanika e la definizione dei confini tra Angola e Rodesia.
Queste curiose notizie non sono residui casuali di una memoria disordinata, bensì alcuni dei numerosi frammenti di trame contenute all’interno degli archivi familiari donati in tempi e modi diversi alla Società di Studi valdesi, il cui patrimonio archivistico comprende testi di sermoni, corrispondenza di ogni tipo, atti notarili e genealogie. I fondi familiari sono più di settanta e a loro volta contengono dei sub-fondi (sino ad ora più di trentacinque, ma la cifra è in divenire), relativi a famiglie collaterali alla principale o a parenti e amici di cui il donatore conservava le carte.
Tale ricchezza documentale, che da oggi arricchisce il Portale del patrimonio culturale metodista e valdese, ha un valore immenso perché esprime una dimensione “privata” che si aggiunge o integra l’ambito ecclesiastico e consente la conservazione di fonti spesso ritenute minori, ma in realtà importanti per l’apertura di ulteriori filoni di ricerca, per l’approfondimento di eventi già noti e il conseguente ampliamento con nuovi e interessanti particolari.
Un’ulteriore rilevanza deriva dal legame che spesso unisce questi carteggi con fondi fotografici degli stessi autori, dando luogo a forme complementari di documentazione (Bert, Peyrot tra i più significativi).