Nel 1860 appariva in Gran Bretagna un testo intitolato Italy in transition. L’opera, composta dal pastore metodista William Arthur, descriveva minuziosamente il suo soggiorno in Italia, avvenuto esattamente un anno prima. Nel volume, la cui fortuna è testimoniata dalle sei edizioni susseguitesi in breve tempo, il pastore racconta di un Italia che stava vivendo grandi trasformazioni in ambito politico ma nella quale continuavano a permanere alcune questioni dolorosamente aperte, come la mancanza di libertà religiosa e la scarsità di mezzi di alfabetizzazione a disposizione della popolazione.

L’accorato appello del pastore non restò vano e, lentamente, la Chiesa metodista britannica prima e quella statunitense poi iniziarono a inviare in Italia missionari con lo scopo di attuare una capillare e profonda opera di evangelizzazione nel paese, sulla scia di quella che era stata già in parte attuata dalla Chiesa valdese, dalle Chiese Libere e, successivamente, dalla Chiesa battista. In questo quadro di fermento e slancio evangelistico si pone la nascita di varie comunità metodiste che in poco tempo sarebbero venute a formarsi in diverse zone della penisola come, ad esempio, Alessandria, Carrara, Perugia, Napoli e Bari.   

La storia di queste comunità e i loro archivi, i cui inventari possono essere consultati nella loro interezza, sono ora disponibili sul Portale e vanno ad arricchire un’offerta che comprende inoltre i fondi di alcune comunità valdesi e diversi archivi di famiglie valdesi vissute a cavallo tra XVII il XX secolo. Una vicenda, quella delle chiese metodiste in Italia, vissuta e ancora oggi caratterizzata da tre parole chiave: testimoniare l’Evangelo, educare e formare le nuove generazioni attraverso scuole e attività giovanili ma soprattutto predicare in una lingua accessibile e comprensibile a tutti in un’Italia che, oggi come ieri, si trova in un forte periodo di transizione e di cambiamento.