Tempo di guerra, tempo di pace: le armi del Museo valdese

Tra le schede presenti e consultabili sul Portale spiccano quelle dedicate alla collezione delle armi storiche del Museo valdese di Torre Pellice.


Il patrimonio culturale metodista e valdese è composto in parte da oggetti d’uso comune ma anche da beni che, nel corso della loro storia, hanno acquistato un forte valore simbolico in quanto legati a particolari avvenimenti storici. «Fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1889, il Museo valdese di Torre Pellice ha ospitato una collezione di armi bianche e da fuoco che, nel corso degli anni, si è arricchita grazie a una serie di donazioni e lasciti» ricorda Samuele Tourn Boncoeur, conservatore del Museo.

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Sul Portale è possibile consultare oltre duecento schede dedicate ai vari oggetti che compongono quella collezione: se ne possono segnalare alcune di particolare interesse. Partendo dalle armi bianche, il nucleo più consistente è composto dalle beidane, un sorta di roncola: «Siamo di fronte a un caso di bene dalla doppia valenza: contemporaneamente oggetto utilizzato normalmente dai contadini valdesi che però, al bisogno, poteva trasformarsi in un’arma da guerra», continua Tourn Boncoeur.   

 

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Nella collezione spiccano inoltre diverse armi da fuoco. Tra queste possiamo ricordare un fucile che sarebbe appartenuto a Giosuè Gianavello, il condottiero che nel Seicento guidò le milizie valdesi contro l’esercito sabaudo e francese. «Questo oggetto – ricorda Tourn Boncoeur – fu donato proprio nel 1889 e come afferma lo storico Jean Jalla ha rappresentato fin da subito uno dei beni più apprezzati e interessanti dell’intero Museo».

La collezione non è però composta solo da armi da guerra ma anche da beni che sono stati usati in tempo di pace: stiamo parlando di pistole e fucili usati per la caccia e il tiro al bersaglio. Queste attività erano praticate da molte famiglie della borghesia valdese come ad esempio i Peyrot d’Olanda: «i discendenti di Henri David Peyrot, una delle figura di spicco della famiglia, hanno recentemente donato una parte della sua collezione». 

Un'offerta ampia, ricca e composta da pezzi curiosi e molto interessanti: «Gli esempi citati – conclude Tourn Boncoeur – mostrano come gli stessi oggetti abbiano acquistato nel corso del tempo un senso e un valore particolare, quasi iconico. Beni preziosi e da custodire in tempo di guerra così come in tempo di pace».

Rassegna stampa

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L'Eco delle Valli valdesi free press
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